Il pendolo di Wilberforce studiato con RTL

[ analisi quantitativa ] [evoluzione temporale dell'energia ]
[ riferimenti ]

Il pendolo di Wilberforce è un dispositivo che è stato spesso usato in dimostrazioni in aula per mostrare il sorprendente fenomeno dell’accoppiamento tra oscillazioni torsionali e longitudinali in un sistema massa-molla che produce battimenti.

L’effetto sorprendente consiste nel fatto che ad un osservatore lontano (che non nota l’oscillazione torsionale) sembra che l’oscillazione verticale dapprima si smorzi fino a cessare, poi, senza intervento esterno prende a crescere nuovamente come se fosse spinto da una invisibile forza.

  
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Questo dispositivo ha stuzzicato la curiosità di molti (tra cui il famoso Arnold Sommerfeld, che ne ha fornito una esauriente trattazione teorica).

Nell’ambito del progetto IRDIS si è realizzato un prototipo di pendolo di Wilberforce analizzabile mediante due sensori connessi tramite una interfaccia ad un calcolatore: sonar (per la misura della traslazione verticale) e sensore di rotazione ottico senza contatto (per la misura della rotazione della massa).

Il sensore di rotazione senza contatto sfrutta la modulazione di intensità di un raggio di luce polarizzata (emesso da un LED posto dietro un polarizzatore) e rivelato da un fotodiodo dopo esser stato riflesso da un secondo polarizzatore solidale con la massa rotante.



Analisi quantitativa

Un esempio di registrazione di angolo di rotazione e di spostamento verticale ottenuti pilotando l’interfaccia CBL con una calcolatrice grafica TI89 è mostrato in figura:


angolo

elongazione

spazio delle fasi

Graficando l’angolo di rotazione in funzione dello spostamento si vede che lo sfasamento tra le due grandezze varia, ricoprendo una porzione dello spazio delle fasi.

Un secondo esempio di registrazione ottenuto con Personal Computer, interfaccia LabPro pilotata da software LoggerPro:


Angolo ed elongazione in funzione del tempo

E’ evidente dai grafici che l’oscillazione verticale (grafico in rosso) pian piano si attenua, mentre inizia a crescere quella rotazionale (grafico in blu); poi il processo si inverte e l’ampiezza della rotazione cala mentre l’elongazione verticale cresce. Si osserva cioè un battimento tra i due tipi di oscillazione, con energia totale associata al moto che passa da un oscillatore all’altro (nel caso qui descritto ogni 18 secondi circa).

Questo trasferimento di energia può avvenire in modo completo solo se il periodo di oscillazione torsionale uguaglia il periodo della oscillazione traslazionale (qui circa 0.56 secondi), altrimenti le ampiezze di oscillazione e di traslazione variano nel tempo ma non si annullano del tutto in modo periodico.

Evoluzione temporale dell'energia

L’energia di ciascun tipo di oscillazione è la somma di un termine cinetico e di un termine potenziale elastico
L’energia associata alla traslazione è:

Et=(m/2)n2+(k/2)z2
(ove m è la massa, v la velocità, k la costante elastica , e z lo spostamento verticale dalla posizione di equilibrio)

Quella associata alla rotazione è:

Er=(I/2)w2+(d/2)a2
(ove I è il momento di inerzia della massa, w la velocità angolare, d la costante di torsione e a l’accelerazione angolare)

L’energia totale vale quindi

E= Et+Er=(m/2)n2+(k/2)z2+Er=(I/2)w2+(d/2)a2 =
(m/2)[
n2+(k/m) z2]+(I/2)[ w2+(d/I) a2]

Per tracciare l’evoluzione temporale dei vari termini serve conoscere i valori delle 4 costanti m,k,I,d.

Per misurare la massa basta usare una bilancia.

Per calcolare k si può misurare l’allungamento della molla soggetta alla forza peso dovuta alla massa. Il momento di inerzia rispetto all’asse di un cilindro pieno si calcola facilmente: I=mR2/2.

Il valore della costante di torsione si può calcolare dalla relazione che fornisce la pulsazione w=1/T dell’oscillatore torsionale : w2=d/I, ovvero d=I/(T/2p)2.

Una misura più accurata del momento di inerzia Ixper una massa che abbia una geometria non esattamente cilindrica si può ottenere utilizzando una doppia misura del periodo: una con la massa da sola, ed una aggiungendo un toro cilindrico di massa e dimensioni note (e quindi con momento di inerzia In calcolabile esattamente).
I due periodi misurati obbedisconono alle relazioni (T1/2p)2 = Ix/d , (T2/2p)2 = (Ix+In)/d

Quindi, dividendo membro a membro si ottiene: (T2/ T1)2=1+In/ Ix , e infine
Ix= In T12 /( T22 - T12).



 

Riferimenti

U. Köpf : Wilberforce’s pendulum revisited, Am.J.Phys. 58, 833 (1990), R.E.Berg,

T.S. Marshall: Wilberforce pendulum oscillations and normal modes, Am.J.Phys. 59, 32 (1991)

F.G.Karioris, Wilberforce pendulum, demonstration size: The Phys. Teacher 31 , 314 (1993)

A. Sommerfeld, Mechanics of deformable bodies: lectures on theoretical physics II, Academic, New York, 1964.

E. Debowska, S. Jakubowicz, Z. Mazur: Computer visualization of the beating of a Wilberforce pendulum Eur. J. Phys., 20, 89 (1999)