I sensori di forza misurano essenzialmente la deformazione
di un supporto elastico soggetto alla forza: la costante elastica
del supporto (k
che lega forza F
e spostamento s
, mediante la legge di Hooke
F = k s) stabilisce la sensibilità e la
portata del sensore.
Il sensore può essere un cristallo piezoelettrico
che sviluppa un campo elettrico proporzionale alla deformazione,
o una piastrina di semiconduttore su cui è ricavato
un ponte resistivo, o l’armatura flessibile di un condensatore,
o più in generale un qualunque dispositivo elastico
connesso ad un qualsiasi rivelatore di spostamento, anche
di tipo ottico o magnetico.
Quando la forza misurata è quella prodotta dalle collisioni
delle molecole di un gas contro il supporto sensibile, si
ha un misuratore di pressione.
>> sensore
di pressione
Sensore di forza a strain-gauge
L’estensimetro (o strain gauge) è costituito
da una resistenza a film sottile inglobata in una striscia
di materiale plastico isolante che va incollata alla superficie
del campione di cui si vuol misurare la deformazione. La geometria
della pista del film resistivo conferisce all’estensimetro
proprietà vettoriali.

Tipica configurazione della pista di un estensimetro a
film
Tipicamente
un sensore di forza è costituito da due estensimetri
uguali (per ridurre derive termiche) incollati ad una lamina
metallica, come in figura.
La forza da misurare viene applicata all'estremo
libero della lamina che, flettendosi, provoca l'allungamento
relativo e=DL/L
di uno dei due films resistivi e l'accorciamento
relativo –e
dell’altro.
Il valore di e può
essere espresso come e=6 Fx/(Ea2b), ove E è
il modulo di Young della lamina.
Detto
G=(DR/R)/e
il fattore di gauge (che vale circa 2), la sensibilità
risulta
s =(DR/R)/F=
12x/(Ea2b).
Le
resistenze
(R1≈R2) sono connesse
a ponte, insieme a due resistenze fisse R:
così l’uscita del ponte diventa:
DV/Vg=(1/2)DR/R=(1/2)
sF.
Questo è il tipo di sensore utilizzato in
molte bilance commerciali e nei sensori di forza Vernier
(ponte con R1≈R2≈120
Ω)
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