I sensori di temperatura si distinguono in:
- resistivi (RDT) (metallici o a semiconduttore)
- a diodo
- termocoppie.
[termometri a resistenza metallica] [thermistor
NTC e PTC] [termometro a diodo]
[la termocoppia]
Termometri a resistenza metallica
La resistività di un metallo, per temperature non
troppo basse, segue un andamento quasi lineare:
r(T)
= ro(1
+aT)
dove a(T)=(1/r)dr/dt
è il il coefficiente di temperatura, dell’ordine
di qualche permille per grado.
Una interpolazione polinomiale r(T)
=
ro(1
+a1T+
a2T2+…),
può quindi essere troncata al termine del primo ordine.
In questa approssimazione il coefficiente a1
si identifica con il coefficiente di temperatura.

Il segnale prodotto è proporzionale
alla tensione
Vr di polarizzazione,
ma anche la potenza erogata al termometro è proporzionale
a Vr2,
(autoriscaldamento).
I sensori metallici hanno piccola massa (risposta pronta)
e discreta linearità su un ampio intervallo di temperatura.
Intervallo utile: per gli elementi di platino si va da 10
K a 800 K (a quasi costante, debolmente decrescente con T),
per il nichel da –60°C a +300 °C (A crescente
con T).
I termomeri a sensore di platino hanno rimpiazzato
i termometri a mercurio ovunque si richieda una misura accurata
di temperatura
Thermistor NTC e PTC
Gli RTD a semiconduttore possono essere a coefficente
di temperatura negativo (NTC) positivo (PTC)
I termistori NTC hanno una resistenza che dipende circa esponenzialmente
dalla temperatura assoluta R(T)=R0exp(b/T),
ed esibiscono quindi una notevole non-linearità,
con una sensibilità che varia inversamente con il quadrato
della temperatura assoluta T
(a = ∂R/R∂T = –b/T2).
Inoltre sono soggetti a deriva temporale che è dell’ordine
di 10–3/anno.
I termistori offrono valori ohmici a in un intervallo vastissimo
e possono avere dimensioni ridottissime (risposta molto
rapida).
I termistori PTC hanno un coefficiente termico costante
in un limitato intervallo di temperature, con discreta sensibilità
(dell’ordine di 10-2 K-1).

Con gli NTC si possono usare vari circuiti per ridurre la
non-linearità (es. una resistenza in parallelo al sensore
e una in serie) oppure si può procedere, mediante l’uso
di un microprocessore, alla linearizzazione digitale mediante
interpolazione della curva di calibrazione.
Il termistore è l’elemento che è
incluso nel sensore di temperatura fornito con CBL.
Termometro a diodo
Il termometro a diodo sfrutta il fatto che la dipendenza
dalla temperatura della tensione diretta Vf di una giunzione
p-n polarizzata con corrente If costante è quasi lineare
per temperature T > 30 K (˜–240 centigradi).
Vf = Vo – g(If)T
ove la pendenza g(If) dipende solo
debolmente (logaritmicamente) dalla corrente di polarizzazione.

Vantaggi : buona linearità e discreta
sensibilità (2 mV/K)
Esistono anche circuiti integrati che comprendono già,
insieme al diodo usato come sensore di temperatura, il circuito
di condizionamento del segnale.
Un sensore a diodo integrato è contenuto nei
termometri Vernier: (National LM34 termometro standard o Analog
Device 590 per risposta veloce).
La termocoppia
La termocoppia sfrutta la dipendenza dalla temperatura della
forza elettromotrice ai capi di una giunzione tra metalli
diversi (effetto Seebeck). Questa forza elettromotrice è
funzione crescente di T, ed è quasi lineare in prossimità
della temperatura ambiente.
Vantaggi :
- prontezza (piccola massa)
- facilità di accoppiamento termico (con fili sottili
e lunghi)
- esteso intervallo di lavoro (70 - 1000 K)
- basso costo, non richiede polarizzazione
I tipi più usati sono J (Ferro+,
Costantana–) e K (Cromel+, Alumel–)

EFM di termocoppieJ e K in funzione della temperatura
In sostituzione del tradizionale bagno di ghiaccio
in cui immergere la giunzione di riferimento si può
usare un sistema elettronico di compensazione, ad esempio
usando un integrato a diodo.
Esistono circuiti integrati che funzionano da
convertitori di segnale di termocoppia con inclusa la compensazione
(ma non la linearizzazione) la cui uscita è circa proporzionale
alla temperatura (dVout/dT=10µV/°C) .
|